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15/08/2020

Inserito da Antonio Calabrese | 0 commenti
Atessa: il sindaco Borrelli spiega perch� la commissione comunale ha bocciato il progetto di un impianto di rifiuti a rischio infettivo in Val di Sangro.

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borrelli 150820Sono ben quattordici -sottolinea il sindaco, Giulio Borrelli- i motivi che hanno portato la commissione comunale di esperti a bocciare la richiesta della Di Nizio.� Il documento della ditta, che vorrebbe installare un impianto di rifiuti a rischio infettivo a Saletti, Val di Sangro, si presenta gravemente carente per la Valutazione dell’Incidenza Ambientale (Vinca)� sul Bosco di Mozzagrogna, sito di interesse comunitario, e si basa su dati bibliografici e non su una verifica scientifica e accurata sul campo.

�Ecco perch�:

  • non � verosimile che in nessuna fase del ciclo di lavorazione siano assenti sostanze tossiche e/o pericolose e/o nocive per l’ambiente;
  • non � possibile capire che tipo di ciclo e metodo di sterilizzazione verr� adottato;
  • non si stima la quantit� e la tipologia di rifiuti prodotti e se sia sostenibile stoccarli n� sotto il profilo ambientale n� economico;
  • non � possibile valutare il ciclo delle acque di processo e se verranno reimmesse nell’ambiente purificate, a temperatura idonea e con quale grado di contaminazione;
  • non � possibile quantificare e determinare la tipologia e la composizione dei liquidi derivanti dalle operazioni di torchiatura;
  • non vengono valutate le emissioni in atmosfera in maniera analitica e sufficiente;
  • non vengono utilizzati modelli di simulazione della circolazione atmosferica ed idrologica;
  • lo studio di incidenza prodotto risulta carente e incompleto;
  • le informazioni riportate in relazione al sito Natura 2000 non risultano complete rispetto alle migliori conoscenze scientifiche disponibili;
  • non � possibile valutare la coerenza e la riproducibilit� dei metodi e degli indicatori usati per la valutazione del grado di significativit� delle incidenze su habitat e specie di interesse comunitario;
  • non � stata analizzata l’incidenza del progetto sulle misure di conservazione sito-specifiche;
  • non sono stati analizzati gli impatti cumulativi;
  • non � possibile verificare l’attendibilit� e la coerenza della stima dell’incidenza riportata su habitat e specie di interesse comunitario rispetto ai dati e alle informazioni fornite;
  • le determinazioni raggiunte nello studio di incidenza sul mantenimento dell’integrit� del sito Natura 2000 non sono fondate su argomentazioni, analisi sperimentali e dati tali da fugare ogni ragionevole dubbio.

Il documento presentato non � soddisfacente per valutare l’incidenza ambientale del progetto proposto perch� non � assolutamente credibile che in nessuna delle attivit� ipotizzate non sono coinvolte o generate sostanze pericolose per l’ambiente o caratterizzate da altri tipi di pericoli (infiammabili, autoreattivi, reattivi a contatto con l’acqua, comburenti, letali, tossici e nocivi per contatto ingestione o inalazione, cancerogeni e mutageni) poich� tale tesi � palesemente in contrasto quantomeno con le operazioni richieste nella buona pratica della gestione dei rifiuti pericolosi. Non viene specificato, oltretutto, se la sterilizzazione dei rifiuti a rischio infettivo avverr� per trattamento termico o chimico mediante impiego di sostanze pericolose (quali l’idrossido di sodio) e non � descritto il ciclo di gestione dei reflui prodotti. Esclude l’interferenza e/o incidenza diretta ed indiretta su specie e habitat presenti nel sito comunitario esclusivamente in considerazione della loro non presenza all’interno dell’area di realizzazione del progetto e della non emissione presunta, e non dimostrata, di sostanze in atmosfera o all’interno del ciclo idrologico, senza argomentare e giustificarlo in modo probante e/o sperimentale.

La non incidenza sul sito comunitario protetto viene enunciata, ma non dimostrata ed argomentata.

Oltre alla semplice e superficiale verifica effettuata sui dati bibliografici, circa la presenza/assenza di specie ed habitat nel sito di realizzazione del progetto e sull’area vasta su cui il progetto potrebbe avere potenziali interferenze, si sarebbe dovuta effettuare una verifica in campo – con rilievi sperimentali/osservazioni dirette – quanto meno della presenza o assenza degli stessi in tempi e periodicit� tale da valutare anche le modificazioni stagionali, soprattutto con riferimento all’avifauna ed al fenomeno della migrazione. Del tutto omesso, senza motivazione e argomentazione, � l'"effetto cumulo" con �emissioni derivanti dalla presenza di altri impianti in quell'area.

��� Il parere della commissione comunale -conclude Borrelli- �si basa non solo su considerazioni biologiche, che sono fondamentali, ma � impostato e redatto da un gruppo interdisciplinare, �da un team di professionisti che ha competenza ed esperienza specifica nelle diverse specializzazioni necessarie per valutare un progetto di tale complessit�. Ringrazio, per l'ottimo lavoro svolto, Andrea Natale e Enrico Stagnini, biologi; Massimo Colonna, chimico, specializzato in impianti di rifiuti pericolosi; Maurizio Calabrese, ingegnere per l'ambiente e il territorio; Emilio Carafa, ingegnere civile. Hanno� redatto un parere dettagliato e argomentato che, a differenza del documento presentato dalla Di Nizio, si fonda sulla� interdisciplinarit� delle analisi necessarie ad una piena e completa disamina delle incidenze potenziali e pericolose per il sito comunitario �protetto, per l'ambiente e per gli abitanti della zona.

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