Il Sempreverde � andato a giocare in cielo, il calcio dilettantistico piange la scomparsa di Massimo Scalingi

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Da pochi minuti ho appreso la notizia e ancora non riesco a crederci. Massimo Scalingi non c’� pi�. Il suo corpo � stato ritrovato senza vita nell’abitazione dello zio a Castelfrentano e il tam-tam della sua prematura scomparsa sta rimbalzando sui social network. Con lui se ne va un pezzo di storia calcistica abruzzese, un esempio di longevit� calcistica e di una voglia di vita senza eguali. Cos�, almeno lo ricordavo fino a qualche mese fa. Poi, probabilmente, una serie di vicissitudini personali deve aver incrinato questa sua solarit�, fino a portarlo al gesto pi� estremo che un essere umano possa compiere. La cosa mi ha sconvolto, perch� conoscevo Massimo e probabilmente sono stata l’ultima persona a sentirlo telefonicamente. Da un po’ di tempo stavo provando a contattarlo per invitarlo alla mia trasmissione, dove lui era di casa da vent’anni, e per il quale avevo coniato il suo nomignolo, “sempreverde”, a significare il suo inossidabile attaccamento al rettangolo di gioco, che ha calcato fino all’ultimo momento, lui che dall’alto dei suoi 53 anni, compiuti lo scorso 24 febbraio, sembrava il pi� ragazzino di tutti. Di solito mi rispondeva sempre al primo colpo, ma da un po’ di tempo il telefono squillava �senza ottenere risposta. Avevo provato a chiamarlo anche luned� mattina per invitarlo all’ultima puntata di “A tutto goal”, ma senza esito. Stamattina, dopo un altro tentativo andato a vuoto, mi ha richiamato lui ma la sua voce non era la solita. Mi ha detto semplicemente di non stare molto bene, ma non ho insistito pi� di tanto pensando a un normale malanno, e ci siamo salutati con la promessa di riaverlo in trasmissione al pi� presto. Un paio di ore dopo, invece, Massimo ha detto basta ed � rientrato negli spogliatoi del cielo. Riposa in pace, amico mio.

Antonio Calabrese