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20/06/2015

Inserito da Antonio Calabrese | 0 commenti
Ospedale di Atessa, Borrelli: 'La soluzione che � stata proposta e illustrata dall�Agenzia sanitaria regionale � parziale e insufficiente'

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sangroservizi 2006151

Si � volto gioved� pomeriggio, a Pescara, il preannunciato e atteso incontro alla ASR (Agenzia sanitaria regionale) per esaminare e valutare, nel dettaglio, le proposte sul futuro dell'ospedale di Atessa.

Di seguito le dichiarazioni di Giulio Borrelli (Coordinatore Regionale di Abruzzo Civico e capogruppo dell’opposizione nel consiglio comunale di Atessa.
borrelli 200615“ �La �soluzione � �che �� �stata �proposta �e �illustrata �dall’Agenzia �sanitaria �regionale-afferma �Borrelli- �� �parziale �e �insufficiente. �La �trasformazione �del �San �Camillo �de�Lellis �in �una �struttura �territoriale �di �assistenza, �o �“Casa �della �salute”, �anche �se �di�terzo �livello, �che �� �quello �pi� �elevato, �non �risponde �alle �richiese �avanzate �dalla�maggioranza dei cittadini, dal consiglio comunale, e dagli operatori sanitari.�� �Che la �medicina �del territorio �debba �avere �un �ruolo �importante �nel futuro �della�sanit� �� �del �tutto �condivisibile. �Questa �soluzione, �per�, �non �deve �essere �vista �in�alternativa �e �in �sostituzione �di �servizi �e �attivit� �che �fanno �di �Atessa �un �presidio�ancora ospedaliero grazie alle Unit� complesse di Medicina e Fisioriabilitazione, che�-nella riconversione proposta- vengono cancellate.�� I �medici, �nella �loro �presa �di �posizione, �chiedono �giustamente �la �revoca �del�“provvedimento Zavattaro”, che ha portato alla chiusura delle attivit� chirurgiche, e�invitano �i �responsabili �della �sanit� �regionale �a �una �pi� �attenta �e �complessiva�riflessione. �E’ �inaccettabile �che �si �proceda �a �una �riorganizzazione �di �strutture�periferiche �prima �di �presentare �e �discutere �un �progetto �organico �e �completo �sul�riassetto di tutta la sanit� abruzzese. Un solo esempio: se si dovessero applicare i�parametri imposti dalle recenti disposizioni nazionali (decreto 70 del 4 giugno 2015)�dovrebbero essere chiuse almeno 9 chirurgie nella nostra regione. Atessa � dal 2012�che non ha pi� che Unit� complesse di Chirurgia e Ortopedia. Invece di accanirsi su�un �territorio �gi� �amputato, �perch� �non �viene �spiegato �come �si �intende �rimettere�mano a tutto l’esistente? Come si pensa di gestire la transizione verso una nuova�sanit� senza penalizzare ulteriormente realt� gi� depauperate e senza allungare le�liste di attesa?�� � Sono �queste �le �domande, �serie �e �drammatiche, �che �pongono �i �cittadini.�Auspicando -conclude Borrelli- che �trovino al pi� presto risposte concrete, vanno�sospesi interventi parziali e insoddisfacenti, che non risolvono i problemi esistenti e�peggiorano � �le �condizioni �di �assistenza �in �zone �cruciali �e �disagiate �della �nostra�regione”.�

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