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01/07/2016

Inserito da Antonio Calabrese | 0 commenti
Prosegue la lotta del Comitato contro l'inceneritore in Val di Sangro: il coordinatore Marco Severo fa il punto della situazione

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prink 010716

marco severo 010716Siamo alle solite! Il progetto presentato in regione Abruzzo lo scorso 26 agosto che prevede un pirogassificatore di rifiuti previsto tra i siti ambientali Oasi di Serranella e Bosco di Mozzagrogna stenta a passare in sede di valutazione di impatto ambientale. I termini per le osservazioni sono scaduti lo scorso ottobre e da allora attendiamo con ansia un esito negativo a questo progetto che metta la parola fine ad un progetto inutile e scellerato. Ci spaventa questa situazione,strano che una azienda che attende un lasciapassare per iniziare la propria attivit�, aspetti cos� a lungo senza battere ciglio. Nonostante le rassicurazioni di esponenti della giunta regionale e dei sindaci locali, noi non ci fidiamo e rimaniamo con occhi ben aperti, del resto queste cose vengono solitamente presentate e decise in estate,quando tutti sono in vacanza e molti uffici non hanno personale addetto a disposizione.

I motivi del NO sono semplici e quando qualcuno me lo chiede io rispondo in maniera secca “NO, PERCHE’ FA MALE” e tiro fuori un vecchio studio. Questo studio effettuato dall'Institut de Veille Sanitaire (Francia) parla chiaro. CON L'INCENERITORE UN AUMENTO DEI TUMORI� DEL 23% !!! Lo studio � del 2008 e mostra chiaramente come le popolazioni che vivono in prossimit� di un termovalorizzatore o assimilati si ammalino di pi�� di cancro.� Lo studio aveva considerato l’esposizione a diossine valutate in diversi percentili, trovando un aumento del rischio coerente col crescere dell’esposizione; in particolare nelle aree pi� esposte l’ aumento del rischio era: sarcomi + 22%, linfomi non Hodgkin + 12% in entrambi i sessi + 18% nelle donne, cancro al fegato +16%, tutti i cancri nelle donne +6% ed ancora, incremento del rischio di incidenza per mieloma multiplo in entrambi i sessi +16% e per i maschi addirittura + 23%. Oltretutto, a detta degli autori, il picco non era stato ancora raggiunto! Ricordiamo che anche lo studio condotto dall'Arpa Emilia Romagna sulla popolazione di un quartiere di Forl� (Coriano) esposta a due impianti di incenerimento ( rifiuti urbani e ospedalieri) aveva evidenziato gravi danni per la salute specie nel sesso femminile con aumento statisticamente significativo del rischio di morte per tutte le cause e soprattutto per tutti i tumori (in particolare mammella, colon, stomaco). Lo studio di Forl�, valutava l’esposizione a metalli pesanti (altro inquinante tipico degli inceneritori) e non pu� non destare particolare attenzione il fatto che studi indipendenti, condotti con metodi diversi, abbiano comunque portato a risultati fra loro cos� paragonabili.

Che altro dire che faccia male incenerire � un dato di fatto, ma per chi ancora pone dei se e dei ma attingendo al problema rifiuti possiamo dire con fermezza e certezza,che � folle bruciare plastica,carta,legno che sono preziose materie recuperabili che altrimenti dovremmo produrre ex novo abbattendo alberi� o� estraendo petrolio.

Allo stato attuale il 98.2% di tutti i rifiuti urbani pu� essere recuperato come materia, e, per chi ancora non lo sapesse, anche i materiali poli-accoppiati e gli stessi pannoloni diventano – tramite processi di estrusione, senza formazione di alcun inquinante, sabbia sintetica utilizzata in edilizia o per manufatti plastici. In pratica il “secco non riciclabile” che prima andava alla discarica o all’ incenerimento ad un costo medio di 120€ a ton, viene venduto al prezzo di 80€� a tonnelata sotto forma di sabbia sintetica! �Quanti morti saranno necessari perch� finalmente si aprano gli occhi ed i rifiuti cessino di essere risorse per chi, bruciandoli, accede in un mercato dove c’� alta probabilit� di infiltrazioni mafiose e dove gira purtroppo tantissimo denaro sotto gli occhi accondiscendenti �di� un governo� che fa buon viso alle lobby di potere? Per evitare che la ricchezza di pochi sia la malattia di tutti � necessario non rimanere indifferenti,soprattutto in Abruzzo,regione che vanta il primato di aree protette con 3 parchi e quasi 50 riserve,ma purtroppo, dove ogni giorno ci troviamo costretti a lottare per difenderci dai continui attacchi di petrolieri e imprenditori,gli esempi sono tanti da Ombrina Mare al mare che � diventato un �liquame(sono ormai all'ordine del giorno i casi di intossicazione per un semplice bagno in mare),dall'inceneritore in Val di Sangro all’elettrodotto di Terna,non per ultimo, � notizia di questi giorni il progetto di estrazione di gas naturale che attraverser� gran parte della valle del Sangro,chiari segni di negligenza e di affarismo spietato da parte di aziende locali e multinazionali. Si pu� e si deve cambiare rotta, e finch� ci sar� una ferma resistenza saremo sicuri di aver vinto.

S.Eusanio del� Sangro, 30/06/2016

Marco� Severo

Coordinatore Comitato Popolare No Inceneritore in Val di Sangro

grafico inceneritore 010716

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