18/03/2017
Buona partecipazione di pubblico, al Convegno organizzato dall’ANPI di Atessa.“Intellettuali e classi dirigenti-Rileggere Gramsci a ottant’anni dalla sua scomparsa”, questo il tema del Convegno tenuto venerd� 17 marzo presso il Teatro Di Iorio di Atessa. La relazione � stata affidata al Direttore della Fondazione Gramsci, Francesco Giasi, ma l’attenzione del pubblico si � rivolta soprattutto all’intervento conclusivo di Massimo D’Alema, esponente di spicco della politica italiana, primo presidente del Consiglio emanazione di un partito di stampo comunista, che lo scorso 25 febbraio � fuoriuscito dal Partito Democratico per divergenze insanabili con Matteo Renzi.
D’Alema, insieme ad altri politici di spicco dell’area di sinistra, come Bersani, Speranza, Rossi e Scotto, ha dato vita al nuovo soggetto politico denominato MDP, ovvero Articolo 1-Movimento Democratico e Progressista. Al suo arrivo al Teatro Di Iorio, lo abbiamo avvicinato per avere le ultime notizie sulla sua nuova avventura politica.
Nel convegno al Teatro Di Iorio, dopo la parte introduttiva del suo intervento dedicata alla figura di Antonio Gramsci, il navigato politico �D’Alema non ha potuto fare a meno di lanciare, con le sue proverbiali punzecchature, degli evidenti riferimenti al suo acerrimo rivale Matteo Renzi, confrontandolo con altri leader storici della sinistra italiana, come ad esempio Enrico Berlinguer.
Giudizi taglienti e sarcastici non potevano mancare anche per esprimere un giudizio, tutt’altro che lusinghiero, sull’esperienza governativa di Renzi e della nuova generazione politica legata all’ex premier.
D’Alema ha poi sottolineato l’aspetto della politica renziana che ha scontentato l’ala di sinistra del partito, ovvero la grande affinit� delle idee renziane con il berlusconismo.D’Alema si � poi soffermato su alcune considerazioni che lo hanno spinto, insieme ad altri, a concretizzare la scissione dal PD e pensare ad un nuovo soggetto, che a suo dire, serve a colmare un vuoto nella sinistra italiana, che non pu� essere consegnata al grillismo.Per D’Alema, la scissione nella sinistra non � affatto penalizzante in termini di consensi elettorali, ma anzi saranno recuperati tanti elettori di sinistra che probabilmente non erano pi� elettori attivi, oppure avevano trovato nel Movimento 5 Stelle un’ancora di appoggio in mancanza di valori di sinistra nell’attuale Partito Democratico.
L’intervento si chiude poi con una punzecchiatura, seppur pi� velata, per il governo Gentiloni e per la rottamazione renziana, che in realt�, secondo D’Alema, � stato un espediente per scalzare dalla stanza dei bottoni la classe dirigente di cui D’Alema � stato uno dei protagonisti indiscussi.