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25/10/2018

Inserito da Antonio Calabrese | 0 commenti
Honda Italia, la Uilm sollecita la casa madre giapponese a rispettare gli impegni presi in sede ministeriale

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luca finocchio 2510182

Atessa, 25 ottobre 2018. �“La casa madre giapponese rispetti gli impegni presi in sede ministeriale con il piano New Honda siglato con i sindacati il 20 dicembre 2012: lo stabilimento Honda di Atessa � pronto al grande rilancio”. Nicola Manzi, segretario generale Uilm Chieti-Pescara si rivolge al management del colosso mondiale delle due ruote affinch�, dopo la firma di un accordo costato lacrime e sangue al territorio e una difficile e impegnativa risalita verso la ripresa dello stabilimento durata anni, Honda faccia la sua parte. “Vanno fatti investimenti sul territorio per rifornimenti della sub fornitura a km 0 – incalza il segretario Uilm – noi siamo pronti. Il pareggio di bilancio � dietro l’angolo e oggi, rispetto agli anni della crisi, la situazione si � ribaltata. Honda sta uscendo, non senza fatica e sacrifici, dalle sacche del 2012, quando si registrava una perdita di fatturato di 35 milioni di euro. La produzione � passata dai 50mila motocicli di 5 anni fa ai 103.500 motocicli prodotti dal 1� aprile 2017 al 31 marzo 2018. Ma come stabilimento abbiamo pagato un prezzo altissimo in termini occupazionali e di indotto, che � stato letteralmente smantellato con la conseguenza di doversi rifornire da Vietnam e Thailandia con tutti i rischi che ne conseguono”.

Il riferimento � a una fermata improvvisa della produzione, nei giorni scorsi, dovuta ad una causa di forza maggiore: il blocco di una nave cargo al largo del Golfo del Pireo, in Grecia per il forte maltempo. “Una situazione – attacca Manzi –che si � riversata pesantemente sui lavoratori Honda, con il fermo di tre turni di lavoro e la necessit� di recuperarli con un Par collettivo, sulla produzione che viaggia ormai sui 500 veicoli al giorno e sulla consegna delle moto che subir� dei ritardi. La Uilm Chieti-Pescara stigmatizza con forza quanto accaduto. Purtroppo questo non � nemmeno l’unico episodio del genere. Gi� nel 2014 l’avaria di una nave container nel Golfo di Suez aveva comportato diversi giorni di attesa dei materiali, il fermo delle linee e il ricorso a due giorni di cassa integrazione. Una situazione drammatica vissuta in un momento delicatissimo dell’azienda, alle prese con un faticoso pareggio di bilancio cos� come previsto dall’accordo siglato al Mise”

honda italia atessa 251018“Noi gli impegni li abbiamo rispettati – prosegue il segretario Uilm Chieti-Pescara- Lavoratori, Governo, �sindacati e territorio hanno lavorato alla realizzazione del Piano New Honda – prosegue Nicola Manzi – Riteniamo quindi che non abbia pi� senso continuare a rifornirsi di manodopera proveniente dai paesi dell’Est asiatico. Questo sia per i costi di trasporto, sia per il rischio di ritardi nella fornitura. Siamo in grado di poter essere competitivi sulla componentistica, ma ci� non pu� avvenire se il nostro indotto resta fermo ad un misero 30%. Una societ� leader del mercato europeo pu� permettersi il rischio di non avere sottomano la fornitura necessaria e di doversi fermare in balia delle onde, dei ritardi e delle avarie dei trasporti?”.

“I numeri di oggi parlano chiaro – conclude Manzi – i 100mila pezzi prodotti alla Honda di Atessa devono indurre ad investire maggiormente e con pi� convinzione nello stabilimento italiano. E soprattutto bisogna tornare a rifornirsi a km 0, una condizione che permette di valorizzare i punti di forza che hanno sempre caratterizzato lo stabilimento Honda sul mercato europeo: qualit� del made in Italy e tempestivit� nella produzione e consegna al cliente. Non si pu� adottare la politica del just in time se non si � assolutamente certi dei tempi necessari alla fornitura dei materiali. Lo spreco di risorse, tempo, energia e costi si verifica soprattutto nella mancata ottimizzazione della logistica”.

LA UILM CHIETI-PESCARA

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