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22/03/2016

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Alle origini della sanit� in Atessa: dalla �pietas� dei padri alle �scelte� della politica

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sangroservizi 2203162

Alle origini della sanit� in Atessa: dalla ‘pietas’ dei padri alle ‘scelte’ della politica

Nel momento pi� buio per l’Ospedale Civile di Atessa, con il forte ridimensionamento avvenuto nell’arco di pochi anni, la Professoressa Adele Cicchitti ricostruisce la storia della sanit� atessana, in un lungo articolo pubblicato nel 2015 sul periodico “Terra & Gente”� (Editrice Itinerari-Lanciano) �di cui vi proponiamo ampi stralci.

Il problema della sanit� pubblica, con il suo corollario di costi, di tagli, di scandali e di disservizi, ha acceso, negli ultimi anni, un dibattito politico-amministrativo sempre pi� serrato, con ripercussioni ed implicazioni sul tessuto sociale e sul vissuto emotivo dei cittadini… La falcidia dei tagli ha investito dolorosamente anche la sanit� abruzzese, penalizzando le piccole unit� ospedaliere, riducendone le attivit� o trasformando il loro organigramma sanitario. Nel segno della ratio economica il diritto alla salute ed all’assistenza si svuota degli imperativi etici e sociali che lo dovrebbero motivare e sostenere ed i bisogni degli utenti e le istanze dei territori di riferimento vengono sempre pi� mortificati e disattesi. Tra i fatti di cronaca pi� recenti si profilano le numerose manifestazioni che i cittadini di Atessa e del suo comprensorio hanno promosso e motivato a sostegno del locale ospedale civile ‘San Camillo De Lellis’, contro i provvedimenti emessi dagli organi competenti, considerati dalla popolazione restrittivi e svantaggiosi.

Senza entrare nel cuore della polemica che infiamma tutta la comunit� cittadina, un percorso a ritroso nel tempo, alla scoperta delle radici della sanit� atessana, attraverso i documenti e le testimonianze scritte, evidenzia sorprendenti ragioni umanitarie alla base degli statuti assistenziali, degne di una popolazione civile, motivata dalla carit� e da un illuminato raziocinio…

Lo storico atessano Tommaso Bartoletti (1763-1847) attesta che “dal nascere dell’uomo infelice alla tomba, vi erano in Atessa dei monti di soccorso” che aiutavano i bisognosi e ne lenivano i disagi e le sofferenze, accogliendoli, se necessario, in ricoveri, ospizi e spedali, ove venivano generalmente ospitati forestieri, viandanti e pellegrini….

Un ruolo determinante nel complesso sistema assistenziale della citt� era svolto dalla Compagnia di San Nicola, poi Congregazione della Carit�, operante nello ‘spedale’ presso la Porta Ripalta o Porta San Nicola, ora nota come Arco ‘Ndriano, e dalla Compagnia di San Rocco, che si occupava di pazzi e malati mentali nello ‘spedaletto’ esistente nel sito in cui sar� edificato nel 1603 il complesso chiesa-convento della Madonna del Carmine, struttura poi adibita ad ospedale civile. Al soccorso dei poveri, degli orfani e delle vedove concorrevano, secondo Bartoletti e come si evince da altri documenti, circa 22� compagnie, sorrette dai lasciti e dalle elemosine dei pi� abbienti e dei fedeli. Ma “anche il pubblico prestavasi a soccorrere tutte le compagnie” quando queste non potevano far fronte a tutte le necessit�, finanziando le opere di carit� “con i proventi delle pene e delle multe che si esigevano dai soli ricchi, e benestanti”.�

Dalla documentazione archivistica consultata si pu� evincere che, subito dopo il periodo napoleonico, anche nella citt� di Atessa, la realt� ospedaliera, sia in termini normativi che strutturali, si connota non solo sotto il profilo religioso-morale, ma assume la dimensione ‘laica’, giuridica ed amministrativa, di ‘problema’ pubblico e di ‘bene’ della comunit� locale, legandosi alle fortune ed alle difficolt� finanziarie delle amministrazioni pro tempore, riflesso del variegato panorama nazionale pre e post unitario.

Le cure sanitarie ed i soccorsi da riservare ai poveri sono costantemente al centro dell’attenzione e delle decisioni assunte dall’amministrazione civica che provvede a nominare e stipendiare uno o due medici chirurghi per assistere gli indigenti.

����� I verbali del 1817 (Decurionato, vol.3, anni 1817-1820), anno di rovinose carestie e calamit� che travagliano tutto l’Abruzzo, evidenziano a pieno le penose condizioni in cui versa la popolazione anche ad Atessa. Nella seduta dell’8 gennaio i decurioni deliberano vari aiuti agli indigenti che morivano di freddo e di fame, utilizzando gli avanzi delle cappelle laicali. Con questi stessi fondi vorrebbero ristrutturare “la chiesa abbandonata quasi diruta di Santo Spirito fuori della Citt�…ad uso di ospedale, anche per prevenire un contagio”… Si fa dunque strada il bisogno di dotare Atessa di un ospedale pubblico per la cura dei malati e degli indigenti… i decurioni, nella seduta del 17 febbraio,… deliberano di mettere a disposizione, per la realizzazione dell’ospedale e del cimitero, una somma “di 500 ducati “ ed invitano “il Signor Sindaco di procurare del pari la perizia e di rimetterla ai superiori per l’approvazione”….

In seguito si torna a discutere sulla necessit� di istituire un ospedale civile ed il Consiglio di Beneficienza� individua il sito nell’ex convento dei Carmelitani, proponendo di erogare 40 ducati l’anno a Don Domenico Cardona che, al tempo, lo tiene in enfiteusi….

Nel 1835 disposizioni superiori allertano le amministrazioni locali per attrezzare locali ad uso ospedale “nel caso sopravvenisse il terribile flagello del colera” (Decurionato, vol. 1833-37, seduta 1 ottobre 1835), per fortuna poi scongiurato. I decurioni stanziano “700 ducati” per le prime necessit� ed individuano nel convento di Vallaspra, fuori dell’abitato, la struttura idonea per allestirvi un ospedale in caso di epidemia colerica…..

A met� XIX secolo, essendo sindaco Luigi Rossi, per la caparbia volont� degli amministratori, coniugata alla generosit� dei professionisti e del clero atessano, si realizzano tutte le condizioni per istituire ad Atessa un ospedale civile, intitolato a “San Francesco d’Assisi”,� nell’ex convento dei Carmelitani. Il decurionato (Libro delle sedute del Comune di Atessa 1851-53, seduta 20 dicembre 1851, n.46), “lodandosi dello zelo e della filantropia dei signori suddetti, delibera essere suo ardente voto di stabilire in questa citt� di Atessa un civile nosocomio, e perci� assegna per la formazione di esso, per la prima messa e per il mantenimento correlativo” i compensi e le somme messi a disposizione dai suoi generosissimi cittadini. I medici chirurghi Ignazio Demarco e Luigi Rossi” rinunciano sia a percepire lo� stipendio comunale, fissato in� “ducati 105”, sia a pretendere le somme che non sono state ancora versate dal 1848 per il servizio prestato.� Gli altri professori medici del comune, “D. Leucio de Francesco, D. Pompeo Agrifoglio, D. Federico Rodini, D. Lorenzo Carunchio, D. Cassio Demarco e D. Filandro Serafini” si impegnano a prestare gratuitamente la loro opera in ospedale a partire dal 1 gennaio 1852; il “Rev. Cappellano e Rettore del Camposanto D. Emidio Marcolongo” mette a disposizione l’annuo compenso di “ducati 6” a lui spettanti, il “farmacista D. Luigi Mastrocecco offre di rilasciare la met� pi� il venti per cento dell’altra met� del valore annuo dei medicinali che da lui saranno ai poveri esclusivamente somministrati per conto del comune o dell’ospedale quando sar� aperto”; i sacerdoti “D. Filindo Forchetti e D. Errico de Francesco” si rendono disponibili “a celebrare la messa mattutina in tutti i d� festivi per annui ducati 30 e offrono rilasciare ducati quattordici all’anno in vantaggio del detto ospedale”. Inoltre il comune pu� mettere a disposizione la somma di “dodici ducati” che “si pagano ai Sagristani di San Leucio per la paratura della Chiesa” che non viene pi� eseguita, nonch� la somma di “ducati 14” che “si pagavano di rattizzi all’orfanotrofio di Sulmona in ciascun anno”, a cui aggiungere altri “50 ducati”, “da stabilirsi per lo stato finanziario del comune”, per un totale complessivo di “ducati 201.00” a beneficio del civile nosocomio…

Nel 1854 (Decurionato vol. 1854-56, seduta 1 dicembre 1854) i medici Rossi e Demarco, “animati da religiosi sentimenti” vengono convocati in comune per fare formale rinunzia scritta ai loro onorari, su espressa richiesta dell’Intendente. Il consiglio decurionale, nella stessa seduta, delibera di stanziare per il 1855 l’annuale somma di “cent’ottanta docati”, gi� approvata dagli organi superiori, per il mantenimento del nosocomio. Anche il ricavato delle tasse comunali sulla vendita delle carni viene devoluto a favore dell’ospedale. La gestione amministrativa dell’ospedale viene affidata ad un “cassiere speciale ed alla commissione delle opere pubbliche comunali, presieduta dal sindaco…Nella gestione del nosocomio, ai sensi della Legge 3 agosto 1862 sull’Amministrazione delle opere pie, subentra la Congregazione della Carit�, che gi� amministrava l’Ospedale di San Nicola…

Nella seduta del 26 febbraio 1876 (Vol. Deliberazioni di consiglio 1871-1876 n.52) il consiglio comunale � invitato a deliberare sull’entit� dell’assegno che solitamente versa all’ospedale e sulle obbligatorie delle cappelle laicali amministrate dalla Congregazione della Carit� e destinate all’ospedale, in base alle richieste avanzate dal Ministro dell’Interno al quale la Congrega stessa ha inoltrato la richiesta di erigere a Corpo morale l’ospedale di Atessa.� Il consiglio “a voti unanimi e senza contraddizione di sorte alcuna” delibera che “dal 1876 a tutto il 1895”, per la durata quindi di venti anni, “siano prelevate �. 765.00” dalle rendite comunali ed assegnate ogni anno come sussidio all’ospedale civile e che dalle rendite delle Cappelle Laicali siano prelevate “�.440.00” ogni anno “a dotazione perpetua dello stesso ospedale civile”….

La gestione dell’ospedale, nel corso degli anni, assorbe ingenti risorse ed i costi di gestione diventano sempre pi� elevati……

Per far fronte alle spese si avanza di nuovo l’ipotesi di utilizzare per l’ospedale le rendite cospicue della Cappella della Madonna delle Grazie, che si fa risalire al 1646, costituita nella chiesa parrocchiale di Santa Croce. Tale Cappella � al centro di una secolare controversia che vede impegnati la parrocchia di Santa Croce e gli Enti locali di beneficienza….. Il fondo di beneficienza della Cappella, tra vari contenziosi, richieste pi� esose e compromessi vari, si attesta a � 400, una somma rivendicata in toto dalla Congregazione della Carit� e che, alla fine, le viene assegnata il 22 dicembre 1895. (Archivi Riuniti Parrocchia San Leucio di Atessa Fondo Santa Croce B 25 F 1209). Nei decenni successivi le risorse finanziarie per il funzionamento del nosocomio risultano ancora nettamente insufficienti ai fabbisogni sanitari ed organizzativi. Si fa strada allora l’idea di acquisire tutto il patrimonio della Cappella della Madonna delle Grazie a favore dell’ospedale civile. La Congregazione della Carit� delibera che “l’intero patrimonio della Cappella di Santa Maria delle Grazie in Atessa, eretta nella Parrocchia di Santa Croce, con una rendita annua all’incirca di lire settemila, venga trasformato in applicazione del disposto dell’art.70, messo in correlazione con l’art. 91 n.3 Legge 17 luglio 1890 n.6972 in favore della Pubblica Beneficienza di Atessa e precisamente in favore del locale ospedale civile che versa in gravissima crisi finanziaria”. Il lungo ed articolato testo della delibera della Congrega della Carit� viene riportato integralmente e fatto proprio dal Consiglio comunale di Atessa che, nella seduta del 12 ottobre 1917 (Registro delle deliberazioni originali 12 ott. 1917- 8 luglio 1924), delibera a sua volta la trasformazione del fine della Cappella a favore del locale ospedale ed “il concentramento delle rendite nella Congrega della carit�”. Il provvedimento viene poi riconosciuto con R.D. 26 febbraio 1920 n. 299 (Archivio Curia Arcivescovile di Chieti Fondo Diocesi di Vasto B 113 F 3828)…. ma contro tale decreto ricorre il parroco di Santa Croce…..

A favore dell’ospedale la Parrocchia di Santa Croce si impegna a versare una quota annua di � 2800, a decorrere dal 1 gennaio 1939; per le annualit� arretrate, limitatamente agli ultimi otto anni, assegna 1/3 dell’annua rendita, convenuta e concordata in � 5600 all’anno, per una somma complessiva di � 14933.20 da versarsi in rate uguali entro dieci anni consecutivi….

Con la stipula della sopraddetta transazione ‘si chiude’ il resoconto storico sulle origini dell’ospedale di Atessa e sulle motivazioni umanitarie che ne sollecitavano l’istituzione. Di fronte alla lungimiranza, ai gesti di generosit� ed all’altissimo spessore civico dei suoi antenati, i cittadini di Atessa non possono rimanere insensibili, ben consapevoli� che sono la cura e l’assistenza dei poveri e dei malati a qualificare una societ� civile. Ed alla base della sanit� locale c’� un contributo di beni materiali, di intenti programmatici e di istanze morali che dovrebbero far riflettere, ed a lungo, prima di assumere decisioni o dispensare pareri. Perch� l’ospedale di Atessa, che negli ultimi settant’anni, ha rappresentato un bene civico primario, un luogo di cura prestigioso per la professionalit� degli operatori sanitari ed un modello esclusivo per la qualit� dell’accoglienza e dei rapporti umani, affonda le sue radici nel sostrato religioso e caritativo del passato n� il presente deve cancellarne la memoria, intrisa del sudore e del sacrificio della povera gente, i cui lasciti avevano contribuito a formare il cospicuo patrimonio della Cappella della Madonna delle Grazie.

���������������������������������������������������� ADELE CICCHITTI

(Stralci di un lungo e documentato articolo pubblicato su ‘Terra e Gente’, anno XXXV, 2015, n.1)

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