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05/12/2020

Inserito da Antonio Calabrese | 0 commenti
Saluto notturno alla Concezione ad Archi, quest’anno solo piccolo omaggio video

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Archi (Ch), 5 dicembre 2020�–��Non si terr� quest’anno il tradizionale saluto notturno alla Concezione che si svolge nella notte tra il 7 e l’8 dicembre ad Archi. Il Covid ha fermato una delle usanze pi� sentite dalla popolazione locale e dai numerosi ragazzi che da qualche tempo a questa parte portano avanti la tradizione. Giovani che comunque vogliono dare un segno di continuit�. Perci� in qualit� di organizzatori prepareranno per l’occasione un piccolo video omaggio che sar� pubblicato on line.

foto concezione archi 1 051202

In un 7 dicembre qualunque un gruppo di archesi, con a capo un cantastorie e accompagnato dalla banda del paese, si sarebbe radunato, a mezzanotte in punto, davanti alla Chiesa di Santa Maria dell’Olmo. Per il consueto saluto alla Madonna. Poi il corteo si sarebbe incamminato nel borgo percorrendo le vie centrali e portando il “buongiorno” a tutti i compaesani.

Ogni famiglia, la notte della Concezione, viene salutata con una piccola composizione in rima, scritta e recitata dallo stornellatore. I versi sono seguiti da un originale ritornello intonato dai bandisti. Suonato a ripetizione, dopo ogni singola battuta del cantastorie.

La tradizione,� che � stata tramandata nel tempo in modo orale, pare che affondi le sue radici nella met� dell’Ottocento con una finalit� esclusivamente religiosa, nata dalla devozione alla Vergine di un cittadino archese. Che ogni anno insieme alla sua famiglia offriva il saluto alla Madonna per averlo salvato da un grave pericolo. Ma questo rituale non pass� inosservato in paese tant’� che la notte della Concezione fu, anno dopo anno, sempre pi� affollata. Sebbene non si hanno certezze sulla data del passaggio dal rituale religioso a quello prevalentemente laico, �si racconta che quel primo cantastorie (Tumasse de lu Baleije), vedendo cos� tanta partecipazione, decise di affiancare ben presto al saluto alla Madonna quello ai suoi compaesani. E da qui iniziarono le rime , le battute, gli sfott� e tutto ci� di pi� esilarante che una tradizione cos� particolare possa avere. I cantastorie nel tempo furono diversi. Dopo il figlio e il nipote di quel famoso ‘Tumasse’, i giullari timonieri del rito furono Francesco Lannutti (Ciccheccille), del quale ancora oggi si narra in paese per il suo sarcasmo e la sua piccante vena creativa, Pierino Pomilio e Cornelio Sirolli.

L’attuale cantastorie � Nicola Di Biase che dieci anni fa, appena diciottenne, spinto dai suoi amici, decise di buttarsi nell’avventura. ��Ho iniziato un po’ per scherzo, un po’ perch� tante persone hanno visto in me le caratteristiche per poter ricoprire questo ruolo�– spiega Nicola che � maestro di musica e stimato cultore della tradizione. Anche per questa edizione avrebbe iniziato a lavorare alle battute circa tre settimane prima, raccogliendole nel suo diario annuale, perch� adesso la tradizione � scritta, e come ogni anno si sarebbe incamminato insieme alla banda del paese e a un nutrito gruppo di giovani nell’antico borgo.��Le battute�– spiega Nicola –�vengono composte in rima baciata. Devono obbligatoriamente seguire una linea melodica che entra in simbiosi con la risposta musicale della banda. In quanto alla fine di ogni piccola filastrocca il complesso bandistico risponde con un ritornello che � sempre lo stesso�.�A portare avanti questo rituale, insieme a Nicola, c’� anche il Complesso Bandistico Citt� di Archi. Un gruppo di giovani musicisti che hanno sposato appieno la consuetudine e che quest’anno hanno deciso insieme a Nicola di dare comunque un segno di continuit� con la realizzazione di un piccolo filmato video che sar� condiviso sui social. �

Il ruolo del resto della popolazione nell’usanza non � da meno. Molti si uniscono al corteo partecipando in prima persona alla festa, alcuni attendono dietro la finestra ansiosi di ascoltare il saluto che li vede come protagonisti. Altri allestiscono durante il percorso veri e propri punti ristoro per gli stornellatori, con dolci rigorosamente fatti in casa, salumi e, per combattere il freddo, l’immancabile vino rosso.

�Una della particolarit� di questa tradizione � che, essendo ora scritta, � diventata memoria storica�– commenta il giovane cantastorie –�se tra vent’anni vorremmo sapere cos’� accaduto in paese nel 2019, per esempio, baster� rileggere il diario della notte della Concezione di quell’anno per venire a conoscenza di tutti i fatti degli archesi o anche solo per rispolverare la nostra memoria�.

Un po’ come dire “ridendo e scherzando, scriviamo la storia”.

foto concezione archi 2 051220

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