23/07/2017
Trivelle, l’Abruzzo vince ancora� ��
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Unica regione d’Italia a presentare ricorso contro decreto 2015
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Seconda vittoria dell’Abruzzo in pochi giorni: la Corte Costituzionale, con sentenza 198/2017, ha annullato il decreto Trivelle del 2015 in quanto emanato senza preventiva intesa con le Regioni: “Non spettava�allo Stato e per esso al Ministro dello Sviluppo Economico adottare il decreto del 25 marzo 2015 senza adeguato coinvolgimento delle Regioni”.
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Soddisfatto il Sottosegretario alla Presidenza e Capogruppo Art.1 Mdp Abruzzo Mario Mazzocca che ha annunciato l’importante vittoria sul profilo Facebook, sottolineando come sia stata l’unica regione a presentare il ricorso contro il decreto 2015: “Adesso, grazie al solo Abruzzo, il governo centrale dovr� preventivamente intendersi con tutti i territori d’Italia”.
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“Ora procederemo ad impugnare il decreto del 2016 pubblicato nel 2017 e interamente sostitutivo di quello del 2015 �- continua Mazzocca - Tale situazione dovrebbe di fatto determinare una sorta di moratoria per le richieste di nuovi permessi e concessioni, almeno fino a quando i contenuti non siano concertati tra Stato e Regioni. Inoltre l’Abruzzo ha sapientemente predisposto e debitamente notificato il ricorso al Capo dello Stato contro il decreto trivelle (disciplinare tipo) molto prima della scadenza dei termini di legge fissati al 1 agosto”.
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Si tratta della seconda vittoria a stretto giro. Tramite il verdetto emesso con sentenza 170 il 12 luglio scorso,�la Corte Costituzionale ha dichiarato illegittimo anche il comma 7 dell’articolo 38 del decreto legge n.133 ‘Sblocca Italia’,�dando�ragione ad�Abruzzo, Veneto, Puglia, Marche e Lombardia�che avevano presentato ricorso. Nello specifico�la Consulta ha stabilito che, trattandosi di materia�concorrente, non fosse competenza esclusiva dello Stato, senza alcun coinvolgimento delle Regioni,�emanare il ‘Disciplinare tipo per rilascio ed esercizio dei titoli minerari per prospezione, ricerca e coltivazione di idrocarburi liquidi e gassosi in terraferma, nel mare territoriale e nella piattaforma continentale’ contenuto nel decreto del Ministero per lo sviluppo economico del 7 dicembre 2016.