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14/12/2012

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Chieti: Conferenza stampa di fine anno dei Gruppi di Centro-Sinistra alla Provincia di Chieti

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cons prov ch 141212* Premessa: Il 2012 � stato un anno in cui l’amministrazione di centro – destra ha maturato pochissime decisioni concrete che hanno ulteriormente “alleggerito” la percezione di un ente presente e creativo tra i cittadini amministrati e ridotto palesemente l’autorevolezza interlocutoria e di credibilit� con gli enti superiori (regione e stato nazionale) anche per questioni che avrebbero potuto rilanciare il ruolo guida come la perimetrazione del parco nazionale della Costa Teatina ingiustamente delegata alla regione Abruzzo che ne ha affidato il compito di coordinatore a chi, solitamente e da tempo remoto, si � sempre dichiarato apertamente contro.

Un anno “infinito” in cui l’acceso dibattito sulle province ha preso molto spazio emotivo e d’azione nell’intera maggioranza e del presidente Enrico Di Giuseppantonio nel frattempo diventato vice presidente nazionale dell’Unione della Province Italiane (U.P.I.). Un tempo inutile ed inconcludente alla luce dell’ininfluenza sulle decisioni poi assunte dal Consiglio delle Autonomie Locali (C.AL.) e del consiglio regionale d’Abruzzo a chiara maggioranza di centro – destra. La conduzione a vista, con scarsa capacit� pianificatoria, e la mancanza assoluta di volont� nell’intraprendere qualsiasi autorevole iniziativa atta a qualificare l’ente come soggetto istituzionale di coordinamento di area vasta hanno fatto di “questa” amministrazione, tra i cittadini, rappresentanti di un ente assolutamente inutile. Un anno in cui si � accentuata la voglia di delegare tutto il delegabile anche in funzioni di assoluta ordinariet� come il taglio delle erbe infestanti lungo le strade provinciali, affidato alle ditte sterne e fatto con notevole ritardo e le iniziative ricreative estive ove l’ente ha solamente redatto formalmente� il cartello delle manifestazioni ma rifuggendo da qualsiasi doverosa reg�a finanziando una sola iniziativa nel comune di residenza del vice presidente Antonio Tavani.

Un anno ove si � persa la capacit� di fare sintesi nei processi di concertazione nelle vertenze del lavoro, nell’interlocuzione con la parte datoriale che ne ha anche dettato l’agenda politica su aspetti squisitamente istituzionali e dall’ inascolto delle Organizzazioni Sindacali spesso umiliate nel loro ruolo di rappresentanza e tutela degli interessi dei lavoratori.

Un anno in cui l’amministrazione ha avuto la possibilit� di poter recuperare un autorevole ruolo di riorganizzazione dell’offerta formativa scolastica superiore e dimensionare le dirigenze in funzione di una maggiore efficienza territoriale, di qualit� dell’insegnamento e meno legato alle clientele territoriali; obiettivo miseramente fallito con la produzione di un piano pasticciato, senza qualit�,� con risposte e proposte legate solo ad esigenze elettorali locali e senza alcuna proposta funzionale che guardasse ai reali interessi degli alunni e del mondo del lavoro.

Solo sul finire dell’anno e sotto l’incalzante iniziativa dei gruppi di centro – sinistra qualche sussulto di vitalit� ha cominciato ad evidenziarsi in merito a:

-������ avvio delle progettazioni esecutive dei lavori inerenti il triennale regionale 2008/2010 di cui sono da tempo disponibili € 16.200.000;

-������ riconsiderazione della ripresa delle naturali ed ordinarie attivit� istituzionali;

-������ maggiore attenzione alle proposte di una verifica attenta ed approfondita sui residui attivi e passivi legati al bilancio che potrebbero rendere meno disagevole la situazione finanziaria dell’ente gi� oltre i requisiti di dissesto finanziario;

-������ maggiore coinvolgimento dei gruppi di minoranza sul futuro delle societ� partecipate (O.P.S. ed ALESA);

-������ maggiore attenzione allo scrupoloso ed attento lavoro per la tutela e la difesa della provincia di Chieti al cospetto del progetto di riordino.

Un anno in cui la maggioranza � apparsa spesso divisa e rissosa al proprio interno con diversi consigli andati deserti alla prima convocazione e che, ormai per mera rendita giustificativa, ha continuato a lamentare una difficolt� di bilancio.

Sulla crisi economica la Provincia di Chieti� fa poco

Nel 2012 tante vertenze di lavoro sono state avviate nel territorio provinciale. La crisi � devastante con aziende che delocalizzano le loro attivit�, imprese che chiudono e gli investimenti possibili in materia di servizi, logistica ed infrastrutture che tardano a partire. Abbiamo constatato solo l’enorme mole di vuote parole e delle infinite promesse sentite a livello provinciale e regionale. Troppo spesso, su ogni vicenda, c’� stato l’annuncio del ricorso ai fondi FAS ma in quale quantit�, tempi e tipologie d’interventi nessuno ha mai fornito risposte chiare ed esaurienti. Troppe scommesse restano al palo e rischiamo di concretizzarsi fuori tempo massimo!!! E’ ancora attuale investire risorse consistenti per l’automotive in Valdisangro quando la Honda ha pianificato una forte riduzione di personale e la SEVEL non da garanzie certe di permanenza dopo il 2017? E’ ancora utile pensare d’investire risorse sulla costa teatina strutturando servizi e pista cicolpedonabile lungo l’ex tracciato ferroviario? E’ ancora utile pensare d’investire nelle energie alternative compatibili con il nostro territorio, come solare ed eolico, oltre alla valorizzazione del rifiuto da considerare non pi� come costo ma risorsa per il territorio? E’ ancora possibile non animare concorrenza ma sinergia tra i porti di Vasto ed Ortona allo scopo di creare un serio raccordo con l’altra sponda dell’Adriatico ed offrire un alternativa al trasporto via terra alle imprese del nostro territorio (Pilkington e SEVEL in particolare) verso i Balcani concorrendo alla velocizzazione dei collegamenti e all’abbattimento dei costi oltre a nuove opportunit� di sviluppo e scambi turistici? Vuole la provincia di Chieti superare la partecipazione ai Patti Territoriali esistenti ormai superati nella concezione storica e con poco o nulla ancora di gestire e dar vita ad un agenzia provinciale per lo sviluppo che assorba compiti e funzioni oltre che concretarne risorse umane e finanziarie disponibili? Queste sono alcune scommesse che l’ente provincia pu� e deve rischiare di fare. Ne va della sua futura credibilit� ed autorevolezza tra i cittadini. Il processo di riordino e di riforma istituzionale avviato � stato sbagliato nel metodo e merito ma � un cantiere aperto ormai irreversibile. La provincia � utile e necessaria se svolge con chiarezza le proprie funzioni sia dirette che di coordinamento. Noi siamo per il suo mantenimento nell’arco delle istituzioni ma vanno rafforzate le funzioni gi� confermate come gestione della viabilit� e dell’edilizia scolastica superiore oltre il coordinamento in materia urbanistica, ambientale e del trasporto pubblico locale conferendo anche la pianificazione in materia di acqua e rifiuti. L’ente regione recuperi e mantenga il ruolo di legiferare, le province la pianificazione di area vasta, la gestione in capo alle unioni dei comuni. Vanno ridotti al minimo enti e consorzi. Le province debbono mantenere organi eletti democraticamente dai cittadini.

I gruppi consiliari provinciali del P.D., I.d.V., SEL e Federazione della Sinistra.��

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