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12/04/2012

Inserito da Antonio | 0 commenti
Lanciano e Ragusa, regine dell'Adriatico

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L’interscambio tra le due citt� era intenso e si protrasse nel tempo con indubbi vantaggi per le popolazioni delle due sponde del mare Adriatico.

LANCIANO E RAGUSA, REGINE DELL’ADRIATICO

lanciano-municipio

Lo storico lancianese Corrado Marciani ha ricostruito il quadro, scandagliando le cosiddette “lettere di cambio”

di Graziano D’Angelo

LANCIANO - Nell’archivio di Stato dell’antica repubblica ragusea, custodito nel prestigioso palazzo di Sponsa, prima della sanguinosa guerra dei Balcani, era conservato un ingente patrimonio di documenti e atti relativi alla “memoria storica” di un passato glorioso che ha interessato intimamente l’Abruzzo e, in particolare, il territorio frentano. Ragusa (l’odierna Dubrovnik) aveva instaurato rapporti privilegiati soprattutto con alcune comunit� abruzzesi costiere, non soltanto a livello culturale, ma anche mercantile e finanziario. L’interscambio era intenso e si protrasse nel tempo con indubbi vantaggi per le popolazioni delle due sponde del mare Adriatico. Era fondato su sentimenti di amicizia e di stima, di rispetto e di buon vicinato, tali da indurre il governo della repubblica di Ragusa ad istituire in Abruzzo sedi di rappresentanza diplomatica a Ortona, Vasto e Lanciano. La citt� frentana, pi� delle altre, era protagonista principale, come dimostra una specifica ricerca condotta dallo storico lancianese Corrado Marciani il quale, con cadenza annuale si recava a Dubrovnik per ricomporre i particola inediti della storia di Lanciano. Lo studioso consegu� risultati molto importanti, attingendo alle cosiddette “lettere di cambio” delle antiche fiere lancianesi e scandagliando le relazioni esistenti tra l’Adriatico orientale e l’Abruzzo, nel corso dei secoli XV, XVI e XVII, periodo storico durante il quale il commercio e, in generale, tutte le attivit� economiche, subirono un fiorente sviluppo.

dubrovnik

In un saggio pubblicato sulla rivista: “Archivio storico italiano” (Firenze, 1966) Marciani scriveva: La documentazione che andiamo raccogliendo e di cui qui stiamo dando qualche saggio, ci porta a considerare Lanciano da una parte, e Ragusa dall’altra parte, come i pi� importanti centri e posti di osservazione del movimento intercorso tra la costa abruzzese e l’Adriatico orientale. Alle fiere di Lanciano, che si svolgevano due volte l’anno, si davano congegno commercianti e uomini d’affari italiani e stranieri: una prova per quanto modesta, ma abbastanza significativa si pu� trovare nella raccolta delle lettere di cambio del Cinquecento, dalla quale si deduce pure che collateralmente, insieme alla compravendita e alla contrattazione commerciale vi si facevano operazioni finanziarie s� da far classificare quelle di Lanciano come fiere miste di merci e cambi. A prendere parte a tali operazioni non potevano mancare i dalmatini, molti dei quali erano sudditi della repubblica di Venezia e come tali godevano di privilegi speciali. Questo movimento commerciale � documentato, per quanto insufficientemente, dalle carte d’archivio di Venezia, Ragusa e Lanciano, rispettivamente dalle licenze di esportazione, dalle assicurazioni, dalle obbligazioni e dai contratti di costituzione e di scioglimento di societ� e da poche altre operazioni di cui si dar� notizia in seguito, oltre che dall’attivit� bancaria di cui si � fatto cenno. Per quanto riguarda quello che siamo riusciti a fare nell’Archivio di Stato di Ragusa, abbiamo potuto rilevare cento contratti di assicurazione stipulati in trentanove anni, dal 1507 al 1546 per circa sessantamila ducati. La somma – continua Marciani – riguarda solamente la piccola repubblica di Ragusa, ma deve considerarsi molto lontana da quella reale: 1� perch�, qui come altrove, i documenti hanno subito col tempo la solita dispersione; 2� perch�, come abbiamo rilevato nei contratti presi in esame, le merci venivano assicurate generalmente per la met� e anche meno del loro valore. Dal quadro tracciato da Corrado Marciani, si pu� desumere che i legami tra Lanciano e Ragusa erano intensissimi, La flottiglia dei velieri provenienti da Ragusa approdava con frequenza anche a Ortona, Francavilla, Pescara, Vasto e Giulianova, recando merci quali: pellame, pesce salato, cera, spezie varie, salumi, uomini di fatica e anche schiavi, il cui mercato era molto fiorente nella Schiavonia (come era chiamata, appunto, l’attuale lido slavo). In cambio importavano vino, aceto, olio, riso, biscotti, cerchi per botti, legno di rovere e carrube. �

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