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27/09/2012

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Sprechi abruzzesi sotto i riflettori nazionali: Legambiente porta su Raitre il caso del 'Villaggio del Fanciullo' di Silvi

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Sprechi abruzzesi sotto i riflettori nazionali:

Legambiente porta da “Codice a barre”

il caso del “Villaggio del fanciullo” di Silvi

villaggio del fanciullo silvi 27091226 settembre 2012 – Il programma televisivo “Codice a barre”, che viene trasmesso ogni giorno in diretta su Rai Tre dalle 11 alle 11,30, oggi ospiter� un rappresentante di Legambiente Abruzzo. Nella trasmissione televisiva condotta da Elsa Di Gati e dedicata agli sprechi pubblici, andr� in onda uno scorcio dell’Abruzzo incompiuto: Michele Cassone, della segreteria regionale di Legambiente, porter� alla ribalta nazionale il “Villaggio del fanciullo”, opera di Silvi Marina risalente al secondo dopoguerra e ad oggi abbandonata nonostante i tentativi di recupero.

Il “Villaggio del fanciullo” interessa un’area di circa 17mila mq e rappresenta una spesa di un milione e 300mila euro, di cui l’amministrazione di Silvi ha gi� impegnato quasi la met�. Come da documentazione gentilmente messa a disposizione di Legambiente dall’architetto di Pescara Ergilia Di Teodoro, la struttura � stata messa su nel secondo dopoguerra per volont� del sacerdote Don Guido Visendaz insieme ad un gruppo di minorenni del carcere di Lanciano: � stata pensata e a lungo adibita all’ospitalit�, alla formazione e alla ricreazione di ragazzi senza famiglia. Il Villaggio � stato poi sede della colonia marina gestita dalla Diocesi di Sulmona fino agli anni ’90, e finalmente ripreso in considerazione dall’amministrazione di Silvi venti anni dopo, con un concorso architettonico di recupero e di ripristino come nuova piazza ideale di scambio culturale. Il concorso ebbe un vasto riscontro (parteciparono oltre 100 gruppi di progettazione) e, dopo ulteriori rimodulazioni richieste dalla Sovrintendenza, port� all’inizio della realizzazione dell’opera vincitrice nel 2006. I lavori sono per� stati bloccati nel 2007 e mai ripresi: il cantiere fu posto sotto sequestro dalla Capitaneria di porto a causa del riscontro di difformit� rispetto al progetto preliminare. Nonostante il cantiere sia stato sbloccato dal Tar, la lunga stasi ha comunque indotto la ditta incaricata a rescindere il contratto e a chiedere al Comune un risarcimento di circa 200mila euro per danni. Il Comune ne aveva gi� spesi oltre 400mila per i lavori effettuati. Oggi la struttura versa nel degrado e nell’abbandono rappresentando, per una serie di concause, uno degli ennesimi sprechi pubblici.

�In questa opera c’� un grande valore di memoria storica, che supera il suo valore architettonico – spiega Michele Cassone – Oltre ad essere nata per una buona causa, oggi ha tutte le carte per rappresentare quel centro di aggregazione culturale e creativo che manca a Silvi. Chiediamo all’amministrazione comunale di rimettersi a lavoro sulle operazioni di recupero, che a questo punto sono da avviare da capo, come minimo a causa dell’adeguamento alle nuove norme antisismiche sopraggiunte dopo il 2009, e di attivarsi per riappaltare i lavori�.

Ufficio stampa Legambiente Abruzzo - Cristina Mosca

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