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27/07/2021

Inserito da Antonio Calabrese | 0 commenti
La replica del Sindaco Borrelli: 'Proviamo a rinfrescare la memoria del Consigliere Pellegrini sull�Ospedale di Atessa'

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Riceviamo e pubblichiamo la dichiarazione del Sindaco di Atessa, Giulio Borrelli.

Proviamo a rinfrescare la memoria del Consigliere Pellegrini

sull’Ospedale di Atessa.

Nel tentativo di magnificare le sorti della Giunta regionale di centrodestra sulla vicenda dell’ospedale di Atessa, il Consigliere Pellegrini dimentica molte cose:

  1. nel 2017, dopo che si era perso solo tempo �- da parte della precedente giunta comunale – �ad abbaiare alla luna e perseguire inutilmente la tanto decantata ed utopistica �soluzione del Mega Ospedale in Val di Sangro, la nostra Amministrazione �ha subito individuato� quella che invece – a legislazione vigente (Decreto Lorenzin) – era e rimane l’unica �e praticabile soluzione per la sopravvivenza del nostro ospedale: quella, cio�, del riconoscimento di nosocomio al servizio di un’area particolarmente disagiata;
  2. nel 2018, grazie al documentato ed incontrovertibile studio elaborato dall’Agenzia sanitaria regionale, sotto la guida del Dott. Alfonso Mascitelli, con la collaborazione�della nostra Amministrazione, siamo riusciti a far aggiornare la programmazione della rete ospedaliera, da parte della precedente Giunta regionale, mediante il riconoscimento del San Camillo De Lellis, quale ospedale di area disagiata;
  3. nella proposta di riprogrammazione della rete ospedaliera regionale, presentata dall’attuale Giunta regionale, il riconoscimento del nostro ospedale, quale presidio ospedaliero di area particolarmente disagiata, seguita ad affondare le sue solide radici nei documenti redatti dalla precedente Giunta regionale. Vedremo di seguito, a cosa � dovuto l’aumento del numero di posti letto: non certamente a particolari meriti dell’attuale governo regionale e tantomeno del Consigliere Pellegrini;
  4. noi siamo ovviamente contenti che il “San Camillo”, dopo un primo e maldestro tentativo di convincerci ad accettare il PTA, durante la prima visita dell’Assessore Ver� (vi invitiamo a rivedere i servizi giornalistici dell’epoca), sia stato confermato quale presidio ospedaliero di area particolarmente disagiata. Staremo a vedere cosa – ora - ne pensa il Tavolo romano della nuova proposta avanzata dall’attuale governo regionale. Quando l’iter sar� davvero concluso e si dar� concreta e reale attuazione alla proposta di riorganizzazione del nostro ospedale, con la messa a disposizione anche di tutte le necessarie risorse umane e strumentali, ringrazieremo tutti quelli che vanno ringraziati, nel centrodestra e nel centrosinistra;
  5. peccato, per�, se non era “fatta” ieri, non “� fatta”�neanche oggi, come invece vorrebbe far subdolamente credere il Consigliere Pellegrini. Oggi, come ieri, il destino del nostro piccolo ospedale � indissolubilmente legato ai grandi ospedali e pi� in generale all’approvazione dell’intera rete ospedaliera regionale da parte del Tavolo romano di monitoraggio;
  6. vorremmo, poi, ricordare agli “smemorati di Collegno” che, durante la pandemia, � stato definito “Covid Hospital” quello che - al di l� dell’abnegazione di medici ed infermieri - � stato solo e soltanto un “Covid Hotel”. Per raggiungere questo risultato non hanno avuto remore nello smantellare tutto il nostro nosocomio e il distretto sanitario di base. Una scelta che non ha pari in Italia;
  7. nel frattempo, in ogni caso, il nostro ospedale vive di vita grama. Attualmente il Pronto Soccorso non fa ricoveri. Il reparto di medicina accoglie pochissimi pazienti, che si contano sulle dita di una mano, provenienti da altri ospedali. Dell’area chirurgica per interventi multidisciplinari non vi � traccia, a parte l’endoscopia digestiva di prossima apertura;
  8. il merito dei posti letto, che sono stati aggiunti nell'ultima ed attuale proposta di riprogrammazione relativa al nostro nosocomio (in particolare, i 42 posti per la riabilitazione cardio polmonare post-covid e i 25 per il recupero e la riabilitazione funzionale), lo si deve – se cos� possiamo dire – al Covid, “grazie al quale” sono arrivati finanziamenti privati e statali (non certamente regionali). Eppure, quando la nostra amministrazione aveva inizialmente proposto di mettere a disposizione i reparti dismessi e non utilizzati�del nostro nosocomio per l’assistenza ai pazienti Covid (non�certo lo smantellamento dell’ospedale),�siamo stati duramente criticati ed attaccati dalle forze di opposizione comunali. Ora che sono arrivati i finanziamenti ed � stato possibile proporre l’ampliamento dei posti letto per il nostro ospedale, grazie al Covid, gli stessi oppositori non fanno altro che autocelebrarsi e sbrodolarsi! Non riusciranno, per�, a cancellare il fatto che, dopo tutte le vicissitudini del “San Camillo De Lellis” e le chiacchiere, l’unica cosa certa � che Atessa – come da noi sempre sostenuto e dimostrato – ha diritto a un ospedale al servizio di area disagiata.
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