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10/09/2022

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Contratti di Quartiere e il caso di Atessa, le nuove 'megastrutture' per recuperare il patrimonio esistente: � uno dei temi selezionati al Congresso Internazionale AISU 2022 di Torino

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Contratti di Quartiere e il caso di Atessa, le nuove “megastrutture” per recuperare il patrimonio esistente: � uno dei temi selezionati al Congresso Internazionale AISU 2022 di Torino

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Contratti di Quartiere e il caso di Atessa, le nuove “megastrutture” per recuperare il patrimonio esistente : questo � uno dei temi selezionati e presentato da Vincenzo Di Florio, Carla Di Lallo e Marco Felli al X Congresso Internazionale AISU 2022 che si sta svolgendo in questi giorni dal 6 al 10 Settembre a Torino, convegno organizzato dall’AISU (Associazione Italiana di Studi Urbani) in collaborazione con il Politecnico di Torino.

In accordo ai temi del convegno - Vincenzo Di Florio, Carla Di Lallo e Marco Felli _ hanno affrontato il tema della rigenerazione urbana e “valutato” il miglioramento delle condizioni ambientali e sociali nel centro storico di ATESSA a circa un ventennio dall’introduzione dei Contratti di Quartiere nell’ambito dei Programmi Innovativi.

Una prima tesi sostenuta � che tra le cittadine abruzzesi con una storia significativa e una lunga tradizione di studi e ricerche sui fenomeni urbani, Atessa occupa almeno in Abruzzo, indiscutibilmente un posto di primo piano: basti pensare al primo PRG dell’urbanista Giorgio Crocioni, al piano di recupero del centro storico, agli interventi urbani come l’ampliamento di� Palazzo Ferri del prof� Vittorio de Feo, la fontana monumentale di Gio Pomodoro, al restauro del teatro comunale del prof Paolo Marconi ….

Avviati dalla seconda met� degli anni ’90 e finanziati dal Ministero dei Lavori Pubblici, i contratti di quartiere costituivano programmi sperimentali di recupero urbano� incentrati sul concetto della partecipazione.

Il programma elaborato per il cdq e presentato al convegno AISU di Torino 2022� come best practies, � frutto appunto di un processo di partecipazione che ha coinvolto� i residenti, gli operatori economici e sociali pubblici e privati ed � stato elaborato �dalla cooperazione dell’Uffico Tecnico Comunale con una RT di professionisti� ( arch di gesu, rdm, vincenzo di florio, stefania staniscia� ed altri)�

Coerentemente con gli obiettivi del contratto di quartiere e con gli strumenti di pianificazione adottati, il programma di intervento intendeva promuovere un vasto processo partecipato di riqualificazione urbanistica� agendo� soprattutto sulle aree di bordo del centro storico, sui vuoti e sulle sconnessioni del tessuto consolidato attraverso la progettazione di nuove possibili centralit� urbane e attraverso il potenziamento delle infrastrutture e dell’accessibilit� al centro storico.

Pertanto gli interventi previsti nel programma erano stati �tutti localizzati all’interno del perimetro del centro storico ed �erano� di vario tipo: edilizia residenziale sovvenzionata che prevede anche un programma di sperimentazione (4803 mc), edilizia residenziale libera (1800 mc), edilizia residenziale convenzionata (2192 mc), edilizia commerciale (3900 mc), edilizia per lo spettacolo (1200 mc) e infine le opere di urbanizzazione primaria e secondaria (strade, parcheggi, servizi e attrezzature socio-culturali)..

Con la�� rimodulazione progettuale e lo spostamento di tutte le opere previste nell’ area di Discesa Casette� nella vicina� Piazza Garibaldi,� il programma nel suo complesso ha� perso� alcuni significativi obiettivi.

�Oggi riteniamo che nel caso del centro storico di Atessa si possa parlare� di “megastrutture singole”, quali catalizzatori della riqualificazione del centro storico : valgano ad esempio il recupero di palazzo de marco, casa nasuti, la biblioteca comunale, edilizia convenzionata in via Gramsci, il parcheggio interrato e l’auditorium in Piazza Garibaldi, lo spazio museale in Palazzo Ferri.

Per concludere va detto che �i cdq� come anche altri programmi urbani� complessi, non prevedevano intrinseche modalit� di controllo della qualit� del progetto di architettura e delle realizzazioni: le opere di nuova costruzione concluse nel 2016, seppure di buona fattura costruttiva, �non hanno innescato meccanismi virtuosi in termini di� miglioramento della qualit� urbana o di “bellezza”.

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