23/05/2012
Don Luigi Merola ha incontrato i ragazzi delle terze medie nella sala consiliare in un confronto sulla legalit�
“Meglio morire in piedi che vivere tutta la vita in ginocchio” � stata l’esortazione del sacerdote che opera a Forcella e che ha invitato i ragazzi a studiare per vincere la paura
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�Ricordate sempre che � meglio morire in piedi che vivere tutta la vita in ginocchio�: con queste parole, in risposta alla domanda di un ragazzo sulla paura, don Luigi Merola, il parroco “anticamorra” dell’arcidiocesi di Napoli, ha chiuso l’affollato incontro, nella sala consiliare del municipio, con oltre 120 ragazzi delle terze classi della scuola media locale, accompagnati dai docenti e dal preside, Alfredo Schiazza.
Un faccia a faccia intenso, che � stato voluto dall’amministrazione comunale, � inserito nel percorso di educazione alla legalit� che il Comune ha programmato nel corso dell’anno con eventi significativi rivolti in particolar modo ai giovani.
La mattinata � stata dedicata a Giovanni Falcone, di cui proprio oggi ricorrono i venti anni dalla tragica morte a Capaci, e a Melissa Bassi, la studentessa sedicenne morta a Brindisi per un attentato dalla matrice ancora oscura.
�Questa fascia che porto addosso – ha detto il sindaco, Luciano Marinucci, rivolto ai ragazzi introducendo don Luigi Merola – � il simbolo dello Stato e in futuro spero che qualcuno di voi la indosser� per sentire su di s� la responsabilit� di essere rappresentante e servitore dello Stato. La giornata di oggi ci ricorda che sono tanti quelli che sono morti perch� credevano nella legalit� e nella responsabilit� e don Luigi � testimone vivente di questa scelta che ognuno di noi deve fare ogni giorno per essere un uomo libero�.
Don Luigi Merola ha poi raccontato in mezzo ai ragazzi, servendosi anche di loro come piccoli �attori� della pi�ce della sua vita, la sua esperienza di giovane parroco nel rione di Forcella, al centro di Napoli.
�Cos’ho fatto di straordinario? Niente, ho solo aperto una scuola in un immobile confiscato alla mafia: per ora sono riuscito a fare poco, perch� su 12 mila ragazzi che abbandonano i banchi nell’et� scolastica ne abbiamo ospitati solo 120, ma non ci arrendiamo. La scuola � la chiave di volta della crescita e della responsabilit� di ciascuno: solo studiando ci si pu� formare per vivere una vita degna di essere vissuta con forza e coraggio.
La camorra ha paura della scuola perch� vive dell’ignoranza di chi non le si oppone, di chi ha timore di lei: la forza della cultura e della conoscenza abbatte ogni paura. Siete voi ragazzi i primi destinatari di questa parola, perch� siete voi che crescendo dovete piantare altri semi di legalit�. Inutile potare di continuo una pianta se non si curano le radici e voi ragazzi siete le radici della nostra societ� e sarete quelli che la guideranno di qui a poco�.
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San Giovanni Teatino, 23 maggio 2012